Progetti
Festival dell'Ascensione
Un festival di musica antica che predilige la polifonia non è stata un’attività scelta tra tante, ma una necessità profonda che ha accomunato i fondatori di Noema e molti dei suoi soci nel tempo.
Ogni anno il programma è liberamente declinato nel dialogo con gli ensemble scelti, ma sono fissi i binari su cui si svolge il viaggio: il repertorio vocale sacro della tradizione occidentale, nella sua evoluzione fino alla prima metà del Seicento circa, ovvero fino a quando la polifonia è stata condizione preponderante e modello per tutti i generi musicali. L’approfondimento sui programmi presentati resta punto imprescindibile della progettualità del Festival, con mezzi, focus, tematiche differenti e l’unico importante obiettivo di fornire strumenti di comprensione: perché la musica antica sia per tutti specchio sempre più nitido e fondamentale nell’ascolto della contemporaneità.
Novecento
Se è pur vero che la musica del Novecento e contemporanea palesano con difficoltà un rapporto con il divino, la dimensione sacra dello spirito ha sempre innervato l’essenza stessa dell’arte umana. Ininterrottamente.
In un ventaglio di ascolti differenti, in differenti colori, dalle cristalline voci femminili alle potenti sfumature di un grande organo a canne, stili e linguaggi musicali europei dell’ultimo secolo si intrecciano intorno agli stessi quesiti posti dalla spiritualità occidentale, e intorno alla stessa ricerca di invisibile bellezza che sempre può salvare il mondo.
Johann Sebastian Bach
Johann Sebastian Bach è stato sempre parte di questa associazione, quale emblema della musica europea, sintesi di ogni precedente, quercia germinante di ogni passo musicale futuro.
Proviene da un suo manoscritto la chiave di basso che forma il logo di Noema, ed è perciò un privilegio e un dovere annoverare un progetto sulla sua opera tra le fila della nostra attività; nello specifico: le sue grandi opere per organo.
Formazione
Conferenze, seminari di studio, masterclass. La proposta formativa di Noema viaggia tra musicologi e direttori, ovvero tra studiosi che si pongono, con strumenti e obiettivi differenti, tra i segni delle partiture e i suoni che ne possono scaturire, cangianti e mutevoli a ogni esecuzione, per ogni differente voce che si presta, per ogni differente mano che la guida, e così nel tempo, nelle epoche, nelle concezioni estetiche, nelle filosofie dell’arte e nelle funzioni della musica.
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